La storia
Immaginate allora una cascina lunga e stretta: le mura sono di pietra, hanno il sapore della storia. Accanto ci sono il fienile, le stalle e al piano superiore dei piccoli alloggi. Un pezzo di casa e vita, una costruzione in sassi e legno circondata da campi. Così era l’antica Trattoria Taiocchi, quasi un secolo fa. Era il 1928, quando Angelo fondò l’osteria: un luogo semplice in cui ci si ritrovava a fine lavoro per bere un calicino di vino, mangiare pane e salame e giocare a carte.
Uno spazio di convivialità, di relax, di chiacchiere e brindisi con gli amici, dove tutti erano benvenuti. Queste sono le radici e lo spirito fondante anche dell’attuale Trattoria Taiocchi. Negli anni Cinquanta, con la seconda generazione – Riccardo e Alda – il locale si è ampliato e sono state ristrutturate le parti esterne come la terrazza e il campo da bocce – teatro di battaglie all’ultimo sangue – e sono stati inseriti i primi piatti cucinati.
È proprio in quegli anni che sono nati i mitici Casoncelli di Nonna Alda, che seguono l’antica e tradizionale ricetta, ancora oggi ripetuta e amata dai bergamaschi e dai tanti turisti. Tra gli anni Ottanta e Novanta, la direzione passa al figlio Angelo che, con Maddalena, proseguono nella filosofia del buon cibo, continuando a credere nel locale che viene così ammodernato. Sono gli anni delle feste e delle grandi cerimonie e ora, trent’anni dopo, eccoci alla quarta generazione che rende valore al passato rimanendo fedele alle radici, fatte di accoglienza, genuinità e famiglia.
La nuova strada è tracciata da Elisa Taiocchi e Ovidiu Barbieri, giovani imprenditori: «I nostri principi fondanti passano dalla nostra storia di famiglia, sono valori che ci portiamo nel Dna, frutto della lunga tradizione ristorativa – spiega Ovidiu -. Il nostro obiettivo è far sentire ogni ospite coccolato, come dalla nonna. Nella nostra trattoria si trova un ambiente rilassato, amichevole, in cui stare a proprio agio».
Ci sono il gusto delle cose buone e il profumo dell’infanzia, proprio quello della casa di famiglia. La cucina è ovviamente tradizionale bergamasca, dove si ritrovano i sapori di un tempo. «Cuciniamo piatti che richiedono cotture lunghe e lente, quelli che si preparavano durante le domeniche in famiglia e nei giorni di festa – prosegue Elisa -. I protagonisti indiscussi di tutti i nostri piatti sono i Casoncelli di Nonna Alda, preparati con la stessa ricetta da oltre 60 anni. Un piatto che sprigiona ricordi di una cultura culinaria fatta di passione e antichi gesti. I Casoncelli di Nonna Alda, insieme al Brasato di manzo, al Coniglio al forno e alla polenta Taragna filante, sono i piatti che più rappresentano la nostra essenza». Ma non solo: il tagliere con i salumi locali, di altissima qualità, la tartare ogni giorno speciale, le fettuccine alla lepre, la salsiccia nostrana con polenta. Il tutto raccontato in un menu che è una storia illustrata, dalla stessa Elisa, che è stata capace di trasformare la lista dei piatti in una tavolozza di aneddoti. Un esempio il salale: «Nostrano ricetta Taiocchi – si legge sul menu -. Tagliato bello grosso perché come diceva il nonno Riccardo: “Deve stare in piedi”».
Qui è un po’ come entrare nel «Tempio della cucina bergamasca, punto di riferimento per chi ricerca la tradizione culinaria del territorio – spiega ancora Ovidiu -. Il ristorante è suddiviso in tre sale interne e c’è anche un’ampia veranda che ospita 100 coperti e si affaccia sull’orto. L’architettura segue le orme della vecchia cascina e in alcuni punti si possono notare le originali e spesse mura di pietra a vista». Con un commento in più sull’orto: «Siamo a km zero con le verdure di stagione – continua Elisa -: dà talmente tanti frutti che abbiamo anche un espositore di verdura per i clienti che vogliono portarsi a casa qualche prodotto genuino».
Nonostante le ristrutturazioni necessarie in quasi 100 anni di storia, si respira il clima originario grazie ad elementi di materia naturali come il parquet, la boiserie in legno e la pietra grezza che circonda il camino. Fotografie del passato, vecchi attrezzi da lavoro e elementi di un’antica quotidianità contribuiscono a dar vita ad un ambiente caldo e accogliente che trasporta in un’altra epoca. Una tradizione che vuole essere comunicata anche alle nuove generazioni, che cercano sapori genuini e un clima familiare. Ci sono ancora i fiaschi del vino, le carte di un tempo ma per giocare e accaparrarsi un dolce offerto dalla casa: «In un clima di convivialità – sorride Ovidiu che aggiunge -: Da assaggiare è il nostro Raìs, le radici della famiglia Taiocchi: 100% Merlot, coltivato e imbottigliato in esclusiva sulle colline bergamasche della Val San Martino, un progetto per sostenere il luogo di appartenenza, la cultura e la nostra storia. Un secolo dopo, resta così la trattoria, sempre con nuove applicazioni: dalla prenotazione online al mondo Social che ci fa conoscere al turismo bergamasco – conclude Ovidiu -. Quello che non cambia mai è il sapore, il gusto per il buono. Siamo la trattoria del presente».