Custodi della tradizione. È questo il motto della Trattoria delle Miniere di Lenna: conservare i sapori di un tempo, cucinando con innovazione nel rispetto della tradizione. Gli esordi dell’attività del locale risalgono al 1927, per iniziativa della famiglia Beltramelli che l’ha gestita per tre generazioni: all’inizio Giuseppe, poi Domenico, “il Maco”, al quale sono seguite altre gestioni, per poi tornare alla famiglia Beltramelli con “il Beppe”. Grazie a questa famiglia il ristorante è entrato a far parte della memoria collettiva: una volta celebre per le feste e i balli, poi per ospitare matrimoni e cerimonie, e infine per la rinomata “Trippa di Santa Lucia”.
Usciamo a cena!
Menu a 50 € per persona se il tavolo è composto da donne e uomini, a 40 € per persona se il tavolo è di sole donne.
Menù
Cocotte di Taleggio brulè, uovo fondente “Le Selvagge”,
cavolo nero spadellato e crumble di pane
Risotto mantecato al siero di latte ridotto, senape
e salsa mugnaia alle uova di salmerino
Aletta di vitellone brasata al marsala e miele di castagno
con purea di patate montata al burro
“Assoluto di noce”
parfait alle noci caramellate,
biscotto fondente alla noce, mousse di noce,
latte di noce e meringa di noce
Calice di Valcalepio
Caffè Ravasio selezione “Biologico”
Acqua Stella Alpina
Promozione valida lunedì, giovedì e venerdì, a pranzo e cena, solo su prenotazione e previa disponibilità.
La storia
Proprio da “il Beppe”, Lorenzo Bonini prende la staffetta: dopo anni di esperienza in ristoranti di tutto il territorio – dal Ferdi a Ezio Gritti fino allo stellato Casual -, lo chef prende in gestione il locale ella sua terra: «Qui sono nato e qui volevo tornare: ho fatto esperienza, ho preso il meglio del territorio e sono ritornato alle mie radici, era il mio obiettivo».
Proprio alle Miniere un Lorenzo giovanissimo aveva fatto stage su stage: «Venivo qui ad aiutare con la trippa e i bolliti, ho imparato tantissimo e ora metto in pratica i saperi, la tanta esperienza. con la voglia di celebrare il mio territorio». Creando un’esperienza gastronomica diversa: «Ho preso in mano le redini della Trattoria delle Miniere nel 2020, Lenna è il paese natio e questo luogo è magico, adagiato in una conca e incastonato tra le pittoresche Prealpi Orobie, collocato in un contesto che esprime storia, natura e tradizioni».
La trattoria è in una delle ultime contrade del paese circondata ancora da prati, la Coltura, suggestiva in ogni stagione grazie a caratteristiche uniche, come la brina d’inverno, fonti di ispirazione per i piatti e parte determinante della filosofia. «Per preparare i nostri piatti utilizziamo i prodotti che offre il nostro territorio, come funghi o erbe spontanee, e collaboriamo con le aziende locali: allevatori, contadini e casari – spiega Lorenzo Bonini -. Seguendo il ciclo delle stagioni, esaltiamo i profumi e i sapori senza alterarli: conserviamo i sapori di un tempo, cucinando con innovazione nel rispetto della tradizione». Una cucina tradizionale riscoperta nell’innovazione: resta ovviamente la Trippa di Santa Lucia la notte del 12 dicembre, da provare il Salmerino alpino a bassa temperatura, con fondo al caffè di cicoria, radicchio tardivo e “beurre rouge” al tardivo; gli Gnocchetti all’Agrì di Valtorta con tarassaco, la loro salsa, balsamico all’aglio orsino e rapé di Agrì stagionato, fino al Leadèl, rivisitazione della torta tradizionale lennese.
Il tutto con prodotti a km zero dove possibile: «Collaboro con produttori autoctoni, i macellai della zona ma anche gli allevatori. I formaggi sono tutti di qui, anche il tartufo quando si trova nella zona di Bracca o San pellegrino, così come la cantina tiene una cinquantina di referenze bergamasche».
Nel 2023, il locale ha ottenuto il riconoscimento da parte di Regione Lombardia ed è stato inserito nell’albo delle attività storiche e di tradizione della Regione, entrando così a far parte di quel patrimonio di pregio per la continuità e il valore che rappresenta sul territorio.
Oggi la trattoria è nota per la continua ricerca culinaria nel rispetto e nella valorizzazione delle radici locali. Un locale in cui racconto me stesso e la mia storia, che è quella di una terra ancora che ha molto da dire. Lo dico sempre: la mia non una cucina del territorio, ma una cucina con i prodotti territorio».