Per i bergamaschi il «An sa ét in Marianna» è un classico toponimo. Incanta la location, in pieno Colle Aperto in Città Alta, appoggiata direttamente sulle Mura Venete, Patrimonio Unesco. Un luogo d’incontro, La Marianna di Bergamo è la storia di un territorio con molti aneddoti, curiosità e un claim che spiega subito la filosofia dell’accoglienza che c’è alla base della storica attività della famiglia Panattoni: «Condividere il gusto con gli amici è la tradizione».

Usciamo a cena!

Menu a 50 € per persona se il tavolo è composto da donne e uomini, a 40 € per persona se il tavolo è di sole donne.

 

Menù

 

Per informazioni sull’iniziativa “Usciamo a cena!” contattare direttamente il locale.

 

Cuore del ristorante sono la vecchia sala e la terrazza con il suo giardino, una peculiarità per la città vecchia: di fronte alla torre di Adalberto, tristemente nota per il suo lugubre passato come «Torre della Fame», il ristorante è al piano superiore della nota pasticceria, famosa per le sue brioche ma soprattutto per la stracciatella, gelato inventato proprio qui da Enrico Panattoni nel 1961.
La storia della creazione è conosciuta da molti e lo stesso inventore la raccontava con piacere a chi chiedeva lumi: «È andata così – aveva detto una volta -: i clienti del ristorante continuavano a chiedermi la Stracciatella, nel senso della minestra alla romana fatta inserendo le uova sbattute nel brodo bollente. Mi ero stufato di servirla, così mi venne in mente di riproporla in altra forma. Ci pensai un po’ di giorni, poi in una notte misi a punto la ricetta del gelato». Famoso in tutto il mondo e amatissimo anche dagli ospiti del ristorante: «Che è il simbolo della nostra famiglia che ha radici toscane, ma è anche l’espressione del nostro amore per le tradizioni bergamasche» spiega Mirko Panattoni.
In cucina, accanto ai tipici e immancabili Casoncelli, non mancano quindi piatti dal distintivo sapore toscano, «da gustare nelle nostre sale o nella veranda che affaccia sul giardino pensile, curato con grande dedizione».
E tutto parte dalla storia: «Il locale è stato aperto nel 1952 da mio padre Enrico – continua Mirko Panattoni -. C’era il bar e la trattoria toscana: mia zia Nila in cucina e mio padre in sala. Erano giovani, arrivati a Bergamo nel 1946. L’idea fu quella di proporre piatti tipici toscani: il locale divenne ben presto un luogo attrattivo per i bergamaschi, affascinati dalla ribollita così come dalla Fiorentina».
L’imprinting toscano è la base del ristorante fino alla fine degli anni Ottanta, poi la Marianna si evolve con una cucina sempre più elaborata: «Ma La Marianna è in continua evoluzione, è il volto di una Bergamo che cambia e che cresce – continua Panattoni -: è un simbolo del passato e un luogo di incontro».
Il ristorante è cultura per il percorso che ha vissuto, per essere parte della vita dei bergamaschi e per la sua capacità di raccontarsi ogni giorno: «L’arredo, la sua atmosfera calda e accogliente, in stretta relazione con i nostri ospiti che sono alla base del nostro fare ristorazione». Ospiti che possono anche godere del progetto artistico avviato nelle sale de La Marianna: «Esponiamo opere bergamasche di artisti contemporanei, che rendono ancora più intensa l’experience vissuta nel locale – continua Mirko Panattoni -. In questo modo divulghiamo cultura made in Bergamo e mettiamo in circolo arte e cultura gastronomica». Da condividere, proprio come il gusto: resta la contaminazione della cucina toscana, che si mixa a una cultura tradizionale del buon cibo bergamasco e alla ricerca.
E non mancano i ricordi: «Mio padre Enrico era un uomo molto severo e attento: controllava ogni dettaglio, non commentava mentre lavoravamo, ma ci osservava in ogni istante. Poi, a fine giornata o la mattina successiva, ci convoca e ci diceva ogni piccolo particolare da lui evidenziato e analizzato. I suoi discorsi non si dimenticavano facilmente – sorride Panattoni -. La sua abilità principale era quella di vedere le cose prima degli altri, così come il suo modo di sperimentare, di innovare attraverso il cibo». Dal passato al presente, fino al futuro con uno «staff che a La Marianna è giovane e dinamico, pronto a rispondere alle curiosità degli ospiti e soprattutto dei tanti turisti – continua da La Marianna -. Sicuramente la storia della Stracciatella affascina e per meglio rappresentarla tra i nostri piatti più amati e richiesti c’è un dessert, la Tegola croccante alla Stracciatella, composta da croccante di pasta di zucchero e mandorle, il nostro gelato, petali di mandorle tostate su una base di cioccolata calda».
In cucina il dettaglio fa la differenza, con la sperimentazione che va a braccetto con la tradizione e con una scelta di materie prime genuine e, quando possibile, a chilometro zero, come la Scarola dei nostri Colli e il Parüch, conosciuto come il “Buon Enrico”, fino alla Patata di Martinengo e ai rinomati formaggi bergamaschi. Ingredienti che si abbinano alla fornitissima cantina di vini, in primis i Rossi toscani che fanno la differenza e sono famosi in tutto il mondo.
Con un angolo, il più amato da chi conosce La Marianna: «Sicuramente è la bellezza che trasmette il giardino pensile e, in particolare, la Sophora Japonica ultra secolare, simbolo del nostro locale. Ogni anno rifiorisce e rende ancora più magica l’atmosfera» conclude Mirko Panattoni. E c’è anche chi dice che sia stata piantata prima ancora della costruzione delle Mura di Bergamo.

Largo Colle Aperto, 4, 24129 Bergamo BG, Italia

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